Ananas, storia del frutto delle Indie

La storia dell’Ananas parte da lontano, e ha portato con sé diversi problemi e sfide da superare, nonché diversi dubbi.

 

Il primo dubbio è la sua origine, si pensa infatti sia originaria del Sud America, dove un certo Cristoforo Colombo, appena sbarcato sull’isola di Guadalupe, ne rimase incuriosito.

Data la somiglianza ad una pigna, venne subito chiamata piña, termine da cui deriva il nome inglese Pineapple.

Il nome Ananas invece ancora non si capisce da dove derivi. Alcuni affermano dalla parola indios nana (profumo). Altri dall’unione delle due parole arabe ain-anas (occhio umano).

 

Come chiamarla però agli indios non importava molto, era così buona che non potevano farne a meno.

Anche i conquistatori europei se ne innamorarono, tanto da decidere di portarla a tutti i costi fino in Europa.

Il problema era il viaggio, lungo mesi, che nonostante le ananas venissero imbarcate ancora acerbe, finiva col farle giungere nel Vecchio Continente marce e non più buone.

 

Fu per ovvie ragioni che quindi, inizialmente, non riscosse molto successo tra la popolazione europea.

Per risolvere il problema si iniziò ad imbarcare sulle navi le piante intere con i semi. Ma questo portò al sorgere di un altro problema: il clima Europeo.

L’Europa infatti non ha un clima abbastanza caldo per permettere a questo frutto di crescere e maturare.

 

Come risolvere quest’altro problema?

Un uomo d’affari olandese inventò, per coltivare le ananas, le serre riscaldate.

Questo però era un processo costoso, che fece lievitare il costo di ogni singolo frutto, tanto da rendere l’ananas il simbolo di potere e ricchezza.

Era diventato infatti un must nei banchetti dei reali.

 

Fu soltanto con l’avvento dei traghetti a vapore e di un maggiore sviluppo dei trasporti che il Frutto delle Indie si diffuse in tutta la popolazione europea.

 

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